Molti esperti riconoscono l’eccezionale intelligenza e la rapidità con cui il cane barbone apprende rispetto ad altre razze, il che facilita notevolmente il suo addestramento. L’addestramento, inoltre, aiuta a soddisfare la necessità tipica del barboncino di un quotidiano esercizio fisico e mentale, permettendogli di scaricare le proprie energie, che se eccessivamente represse potrebbero causare anche atteggiamenti distruttivi.
In questo capitolo cercheremo perciò di fornire le regole di base per l’addestramento in generale e nei contesti più frequenti, come abituare il barboncino al guinzaglio, a fare i suoi bisogni all’esterno, a comprendere alcuni comandi, ecc.
1. Rispettiamo i tempi di apprendimento del barboncino: ogni sessione di addestramento non deve durare più di 10-15 minuti, deve essere dedicata all’insegnamento di un unico comando ed è preferibile che non ve ne sia più di una al giorno. Le sessioni di addestramento non vanno fatte quando il cane è affamato, affaticato, distratto o poco dopo che ha vissuto esperienze inusuali (bagno, toelettatura, visita dal veterinario, ecc.). Meglio evitarle anche quando noi ci sentiamo stanchi o nervosi.
2. Associamo a ogni esercizio che vogliamo far apprendere una parola o una breve frase, pronunciate con voce chiara e decisa, per cui in questo volume le riporterò con l’inziale in maiuscolo e seguite da un punto esclamativo; ad esempio: “Cuccia!”, “Usciamo!”, ecc. Il barboncino è in grado di associare la parola all’azione che vogliamo che compia e questo faciliterà i compiti sia del proprietario che del cane. Per evitare che il cane si confonda quando nella nostra conversazione quotidiana inseriamo qualcuna delle parole legate a un comando, possiamo premettere a quella parola il nome del cane. Ad esempio, se il nostro barboncino si chiama Pucci, i comandi diverranno: “Pucci! Cuccia!”, “Pucci! Seduto!”, ecc.
3. Se il cane non ha pienamente compreso un comando fondamentale, non bisogna passare a quello successivo: sarebbe ad esempio inutile cercare di insegnargli l’azione dello sdraiarsi se il cane non ha prima perfettamente imparato a riconoscere il suo nome e a rispondere al richiamo. Alcuni esperti del comportamento animale sostengono che un cane deve ripetere almeno cento volte un esercizio prima di memorizzarlo completamente. Si tratta di un’affermazione troppo generale – dal momento che il numero delle ripetizioni di un esercizio varia a seconda del singolo cane, della complessità del comando e della correttezza dell’addestramento – ma serve a ricordarci che occorre molta pazienza!

4. Quando il barboncino esegue correttamente quello che ci attendiamo, premiamolo. Possiamo complimentarci con lui a voce (“Bravo!”, “Bravissimo!”), oppure accarezzandolo, o dandogli un giocattolo a lui gradito, ma di certo il premio per lui preferito sarà un bocconcino di cibo: può andare bene anche una crocchetta per cani, ma andrà ancora meglio un pezzo di carne o di formaggio delle dimensioni di una nocciola; il quantitativo di bocconcini dati come premi andrà sottratto al pasto successivo del cane (ne riparleremo più avanti, nel paragrafo “Cos’è il “bocconcino-ricompensa”).
5. Qualsiasi cattiva azione del barboncino durante l’addestramento non va punita in modo duro, perché questo ferirebbe inutilmente la sensibilità del barboncino, che è una delle razze che soffre maggiormente le punizioni. Le cattive azioni vanno piuttosto redarguite con voce ferma e un secco “NO!”, evitando nei minuti successivi di accarezzare il cane, in maniera che possa comprendere che non abbiamo gradito il suo atteggiamento.
6. Teniamo presente che soprattutto all’inizio ci saranno degli errori, ai quali dovremo reagire con pazienza perché occorrerà ripetere più volte le cose sin quando il barboncino non riconoscerà l’associazione corretta tra una parola o un gesto e l’azione che ci attendiamo da lui.

7. Le prime volte che si insegna al cane un comando nuovo è importante trovarsi in un posto che non offra distrazioni visive, uditive od olfattive. Dopo che avrà iniziato ad apprendere il comando, ripeteremo l’esercizio in ambienti più rumorosi o distrattivi sino a verificare se il nostro barboncino è in grado di comprendere il comando in strada o in altri luoghi rumorosi, dove le distrazioni sono maggiori e i suoni possono coprire i nostri comandi.
8. Se altre persone della famiglia condividono con noi la gestione del cane, assicuriamoci che conoscano e rispettino il nostro metodo, incluso le parole che identificano i diversi comandi, in modo che non usino parole, frasi o gesti diversi, che confonderebbero il barboncino.
9. L’apprendimento di alcuni comandi può essere facilitato dall’utilizzo di un guinzaglio lungo, che ci permetterà di allontanarci dal cane anche di qualche metro mantenendo la possibilità di trattenerlo in sicurezza.
Questo articolo è tratto da "IL BARBONCINO" il manuale più semplice e completo sui cani barbone nani e toy.
Lo trovi solo qui -> https://amzn.to/4912DJ4 <-
Lo trovi solo qui -> https://amzn.to/4912DJ4 <-
Come insegno al mio barboncino a restare solo ,quando sono a lavoro,senza che lui pianga